Il Diritto dell'Unione EuropeaEISSN 2465-2474 / ISSN 1125-8551
G. Giappichelli Editore

08/09/2015 - Incompatibilità con il diritto dell’Unione europea della disciplina della prescrizione applicabile ai reati in materia di IVA. Sentenza della Corte di giustizia nel caso Taricco

argomento: Giurisprudenza - Unione Europea

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La Corte di giustizia, pronunciandosi su rinvio pregiudiziale del Tribunale di Cuneo (sentenza dell’8 settembre 2015, causa C-105/14, Taricco e a.), ha dichiarato l’incompatibilità con l’art. 325, par. 1 e 2, TFUE delle norme del codice penale italiano che, in caso di interruzione del procedimento per una delle cause menzionate all’articolo 160 cod. pen., limitano a un massimo di un quarto della durata iniziale il prolungamento del termine di prescrizione, nella misura in cui ciò impedisca un contrasto efficace, o comunque non equivalente a quello previsto per le analoghe frodi a danno dello Stato, delle attività illegali che ledono gli interessi finanziari dell’Unione. In tal caso, ha concluso la Corte, il giudice nazionale è tenuto a disapplicare tali norme, purché il conseguente allungamento dei termini di prescrizione sia reso operativo nell’ambito di procedimenti penali ancora pendenti e per reati non ancora prescritti, nel pieno rispetto del principio di legalità previsto dall’art. 49 della Carta dei diritti fondamentali.

Va segnalato al riguardo che, a seguito di questa sentenza, la Corte d’appello penale di Milano ha investito la Corte costituzionale, con ordinanza del 18 settembre (Allegato 1), della questione di conformità di tale disapplicazione al principio di legalità quale disciplinato dall’art. 25, co. 2, Cost.Nel contempo, però, con sentenza pronunciata all'udienza del 17 settembre 2015 (Allegato 2) la Corte di cassazione ha ritenuto di doversi conformare pienamente al dictum della Corte di giustizia.