argomento: Giurisprudenza - Unione Europea
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Con una sentenza del 31 maggio 2018 (C-251/17, Commissione c. Italia), la Corte di giustizia ha constatato che l’Italia non ha dato piena attuazione alla sentenza del 19 luglio 2012 (C-565/10, Commissione c. Italia), con cui la stessa Corte aveva accertato che il nostro Paese, avendo omesso di prendere le disposizioni necessarie per garantire che 109 agglomerati situati nel territorio italiano fossero provvisti, a seconda dei casi, di reti fognarie per la raccolta delle acque reflue urbane e/o di sistemi di trattamento delle acque reflue urbane conformi alle prescrizioni della direttiva 91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane (come modificata dal regolamento (CE) n. 1137/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2008), è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza di tale direttiva.
Di conseguenza la Corte ha condannato l’Italia a pagare, a favore del bilancio dell’Unione, una somma forfettaria di EUR 25 milioni al fine di prevenire il futuro ripetersi di analoghe infrazioni al diritto dell’Unione, e una penalità di EUR 30 112 500 per ciascun semestre di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie per conformarsi alla sentenza del 2012, penalità che sarà dovuta a partire dalla data dell’attuale sentenza sino all’esecuzione integrale di quella del 2012.