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11/05/2021
La (finta) rivoluzione dell’avvocato generale Bobek: i criteri CILFIT nelle conclusioni alla causa C-561/19
di PATRIZIA DE PASQUALEargomento: Osservatorio

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La (finta) rivoluzione dell’avvocato generale Bobek: i criteri CILFIT nelle conclusioni alla causa C-561/19
Patrizia De Pasquale
Sommario: 1. Premessa. – 2. I fatti all’origine della controversia. – 3. La doppia risposta dell’avvocato generale Bobek. – 4. I criteri CILFIT e la giurisprudenza successiva. – 5. La proposta dell’avvocato generale: critica. – 6. Conclusioni
1. Non vi è dubbio che le eccezioni all’obbligo di rinvio pregiudiziale, di cui all’art. 267, comma 3, TFUE, enunciate nella celeberrima sentenza CILFIT (6 ottobre 1982, 283/81), abbiano fatto venire più di un mal di testa in fase di attuazione concreta. E in particolare ciò è accaduto con la teoria dell’acte clair, ovvero l’ipotesi in cui la deroga è collegata alla mancanza di ogni ragionevole dubbio da parte del giudice nazionale di ultima istanza. Invero, per l’ampia autonomia valutativa assegnata al giudice interno, tale teoria non soltanto è stata fortemente criticata in seno a un acceso dibattito dottrinale, ma ha richiesto altresì l’intervento della stessa Corte di giustizia che, più volte, ha dovuto precisarne i contorni (nella letteratura, v. soprattutto A. Tizzano in Foro it. 1983, vol. 106, n. 3, p. 63 ss.; M. Lagrange, in RTDEur 1983, p. 159 ss.; N. Catalano, La pericolosa teoria dell’”atto chiaro”, in Giustizia civile, I, 1983, p. 12 ss.; K. Lenaerts, La modulation de l’obligation de renvoi préjudiciel, in Cahiers de droit européen, 1983, p. 471 ss.; G. Bebr, The Rambling Ghost of “Cohn-Bendit”: Acte Clair and the Court of Justice, in Comm. Market Law Rev., 1983, p. 439 ss.).
Inoltre, va notato che, sebbene la giurisprudenza CILFIT possa apparire attualmente superata dallo “spettro” della responsabilità dello Stato-giudice per grave violazione del diritto dell’Unione, con la [continua ..]
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